lunedì 29 agosto 2011

(nuova) carrellata di manie personali

Molte persone amano vantarsi dei propri pregi. Io ho una strana mania. Nacque da un cortometraggio che vidi su TELE+ (quando esisteva ancora TELE+) in tarda serata: lui e lei alla prima uscita, si facevano un lunghissimo elenco di manie personali per esorcizzare il fatidico "terzo mese", in cui quelle cose inizi a scoprirle in ogni caso. Da allora, ogni tanto, siccome è bene non dimenticare di essere un po' testa di cazzo, enumero i miei difetti in liste puntuali e pragmatiche.

Questo è uno di quei giorni.

Sono orgogliosa, dispotica, lunatica, riservata. Uno dei miei soprannomi è fuhrer, l'altro serpente. In pratica un orso. Preferisco infatti grattarmi la schiena sugli alberi che avere a che fare con gli esseri umani, che trovo una razza schizofrenica, pericolosa e noiosa - salvo rare eccezioni. Io appartengo alla razza umana per i primi due aggettivi elencati. Come si evince, sono anche intrisa di un certo senso di superiorità. Aggiungerei che apro le bottiglie di birra con i denti.
Ho la mania di organizzare periodi interi della mia vita in stile ragionier Filini: un esempio su tutti, se devo fare 4 esami in un mese mi divido la vita in "pagine al giorno" in modo da riservare una quota di tempo, calcolata secondo algoritmi precisi e inequivocabili, al mio piacere.
Da quando io sia diventata ossessivo-compulsiva non l'ho capito, credo da quando ho voluto smettere di essere una scapestrata senza speranza, personalità che comunque sopravvive e viene fuori in schizzi improvvisi (vedi "l'onda del mare", ma questa la capiremo in tre!).
Sono letteralmente rapita da tutto ciò che luccica: probabilmente in una vita passata ero un pellerossa che ha barattato sua figlia per due perline e una bottiglia di whisky. Infatti, poco tempo fa, ho comprato da un sordomuto una palla che si illumina cambiando colore e passo serate intere a fissarla come una falena. Il migliore acquisto da 5 mesi a questa parte, ovviamente dopo il deodorante per ambienti che deodora solo se lo incendi, il che soddisfa la mia vena da piromane. (N.B.: non datemi mai della legna e un camino o non parlerò con nessuno per il resto della serata).
Adoro le bolle di sapone, anche se agli altri dico sempre che ci gioco insieme alla gatta: in realtà lei le odia perché le bagnano il naso, ma non mi convincerà mai a smettere.
A volte mi apposto presso luoghi turistici e verso sostanze oleose per terra, sperando che qualche giapponese inciampi. Poi mi siedo e aspetto. Per quelle due volte in cui sono inciampati davvero ne è valsa la pena.

La cosa fondamentalmente grave è che indosso fieramente le mie turbe mentali, con la ferma convinzione che ciò mi renda adorabile. In realtà a prima vista sono antipatica, e molto spesso lo rimango anche dopo.

Se qualcuno volesse partecipare a questo post per una terapia di gruppo, è il benvenuto.

martedì 16 agosto 2011

lettera alla nonna

Fin da piccola mia nonna mi ha detto: "per conoscere una persona non stare a sentire quello che dice su di sé: guarda quello che fa. E prima di aver appurato chi è, non fare con lei né patti né promesse".

Ah, nonna! Se sapessi come mi hai condannata!
Ho sempre seguito il tuo consiglio in prima persona: è così che ho scoperto la via dell'azione. Ho sempre fatto molto e parlato poco, specie di ciò che facevo.
Ma bisogna ammettere, ad un certo punto, che sarebbe molto più comodo adagiarsi su ciò che comunemente, invece, viene fatto: dimostra anche tu il tuo sapere sulla bacheca di facebook! Cita libri che non hai letto e concetti sui quali non hai meditato! Tu hai su anobii 300 libri, tu hai la bocca piena di termini esotici! Hai le fatine, gli incensi, le piantine, i fiorellini, gli gnometti, le pietre, la bacchetta, il pugnale variopinto! Che bellezza!

Riempiendoti la bocca di parole e la casa di oggetti, non dovrai stare a guardare quello che in effetti fai o non fai, il modo in cui agisci: questo è del tutto irrilevante! Difenderai le tue parole e i tuoi oggetti fino alla morte, contro chiunque li attacchi: essi sono la tua idea di te e del mondo.

Cara nonna, se fossi vissuta all'epoca delle vetrine sul web saresti inorridita, nell'epoca in cui conta la foto che metti, non la faccia che hai. Conta l'hobby che selezioni da un elenco, non quello che effettivamente hai: scrivi "viaggi" e non hai mai passato la frontiera. "Giardinaggio" e hai un cactus. "Stregoneria" perché compri i cristalli e fai gli orecchini di fimo.


Mi tolgo il cappello con te, nonna, di fronte agli spagiristi che si sporcano le mani in laboratorio e hanno sentito il rumore pauroso e improvviso delle esplosioni; dinnanzi al tantrika che spende anni di preparazione in astinenza e devozione; di fronte all'aghori che vive una vita d'orrori per compiere i suoi sadhana; di fronte al monaco dell'ora et labora e all'asceta che digiuna per giorni. Di fronte a quelli che per anni si alzano all'alba ogni mattina per salutare il sole. Di fronte agli uomini che poco parlano, non usano ciò che fanno come una vanteria da vetrina e molto agiscono.

E di fronte a te, nonna, i cui sforzi sono stati ripagati perché, come mi dicevi, "se tu metti nella moka l'acqua e il caffé non uscirà mai il tè: se esce il té e qualcuno ti assicura che ci aveva messo il caffé, sai che sta mentendo. Così, puoi giudicare il passato dal presente, e dal presente intravedere il futuro."

martedì 2 agosto 2011

fatal error


Credevi di andare in vacanza...
Quando una pila di libri ti aggredisce.



 Causa iperattività dell'omino del cervello 
il blog della cappellaia matta va in stand-by.

 
Buona estate a tutti: lavoratori, disoccupati, in ferie o in perenne vita universitaria.
 
Ci rivedremo quando il carico di lavoro 
avrà assunto proporzioni umane.