lunedì 14 febbraio 2011

Perché Alice...

Lewis Carroll (Charles L. Dogson) scrisse Alice nel Paese delle Meraviglie nel 1865 su richiesta di tre bambine, in particolare di Alice Liddell, dopo aver inventato la storia per loro durante una gita in barca.



Favola per bambini? Non solo.

Cappellaio Matto: "Credi ancora che sia un sogno, non è vero?"
Alice:"Ma certo, è solo un'invenzione della mia mente"
Cappellaio Matto: "Questo vorrebbe dire che non sono reale?"


 "Ma io non voglio andare fra i matti", osservò Alice.
"Bè, non hai altra scelta", disse il Gatto "Qui siamo tutti matti. Io sono matto. Tu sei matta."
"Come lo sai che sono matta?" Disse Alice.
"Per forza," disse il Gatto: "altrimenti non saresti venuta qui."




"Quando uso una parola", Humpty Dumpty disse in tono piuttosto sdegnato, "essa significa esattamente quello che voglio – né di più né di meno."
"La domanda è", rispose Alice, "se si può fare in modo che le parole abbiano tanti significati diversi."
"La domanda è," replicò Humpty Dumpty, "chi è che comanda – tutto qui."

***

Da bambina non amavo quel libro: non riuscivo a capirlo, non aveva alcun senso. Le "meraviglie" non ce le vedevo in un irritante mondo di matti.
Oggi, invece... beh, lo sapete. Ma non sapete perché.
Alice sogna il suo Paese delle Meraviglie ("il mio mondo ideale") ma si trova in un incubo dove il non-senso, la tirannide e la pazzia prendono il sopravvento. Solo quando impara a gestire il sogno, a dominare la stessa realtà creata dalla sua visione, Alice ne esce viva e avrà imparato anche a gestire la realtà ordinaria, consapevole che: "siete solo uno stupido mazzo di carte!"

Per dirla con Carroll:
Life, what is it but a dream?
La domanda è: chi è che comanda- tutto qui.


sabato 12 febbraio 2011

Il dono dell'aquila

Mi sono già abbandonato
al potere che governa il mio destino
e non mi aggrappo ad alcunché
per non avere alcunché da difendere.
Poiché non ho pensieri, vedrò.
Poiché non temo nulla,
ricorderò me stesso.
Distaccato e a mio agio,
sfreccerò oltre l'Aquila
per essere libero.

(Don Juan Matus)

venerdì 11 febbraio 2011

visioni d'interno

Grande Burattinaio, alza il sipario. 

Troneggia la luna munita di falce,
dondola e mastica pezzi di vetro.
Tra luci soffuse ritrovami gli occhi
*fugaci visioni d'interno.*

Sussulti svegliandoti al buio.
Che cos'è un sogno, dottore?
 
L'amore moriva su sabbie lucenti
*sciogliendosi al sole
splendeva in condensa di lacrime*

Puoi baciare il vento
senza mai incontrare labbra.

mercoledì 2 febbraio 2011

La strada di casa

Manca il tuo passo che all'imbrunire attendevo,
muta sulla soglia spoglia di sospiri,
prima che il tempo consumasse gli occhi
e della fiamma facesse fuoco fatuo.

Nel tempo senza respiro oggi attendo
passi sconosciuti nel cuore della sera,
il sentiero verso casa oscurato
dall'autunno che danza nel vento.

Vedi questa strada, intrisa di memorie e di silenzio,
dove vagano le foglie rosse?
Non puoi perderti nella notte:
i tuoi occhi si riempiono di fiamme.

E accoglierò il tuo passo come la prima volta,
come se non mi avesse bagnato gli occhi la pioggia.
Seguirai il lume acceso nella sera:
ricordi la strada per il mio cuore?

[Una vecchia aspetta il ritorno del marito, sulla veranda, col lume acceso]