mercoledì 13 aprile 2011

l'eleganza del riccio

Disciolta come neve siederò sull'erba che rinasce.
Come un vecchio ritornello che nessuno canterà più.
Come il primo amore ingarbugliato e fragile.
Quelle lacrime che non piango da anni, e forse sarebbe ora. Ma preferisco dire che mi è entrato il fumo nell'occhio. Tanto lo so che non guarderai e fingerai di credermi.
Come un vecchio ritornello che nessuno canterà più.
Il rumore della risacca quando l'ascoltavamo insieme. Il tempo pareva fermarsi tra il mio imbarazzo e la tua delicatezza. Sono solo un fiore fragile di una notte d'inverno.
E forse non sono capace di amare.
Destino disgraziato. Nessuno mi stana, nessuno. C'è il banco scommesse, là in fondo, sulla destra.
Forse ho solo bisogno di quelle mie solitudini, sapere che qualcuno c'è e non viola il mio guscio.
Ho solo bisogno di sapere che continuerai a esserci.
Con me e non con me.
Che non sono capace di amare, eppure amo. A modo mio.

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